martedì 4 maggio 2010

Punizioni divine

Pochi minuti (dopo) e tutto svanisce, si sminuiscono le ore trascorse ad amarsi e non per divina volontà. Rinchiuso in un angolo nascosto ai più, punito dai miei stessi occhi sul mondo.

5 commenti:

faccia al muro ha detto...

"punito dai miei stessi occhi sul mondo" meravigliosa espressione
mi concentra in un solo attimo troppe immagini, troppi accadimenti, direi in sintesi assoluta il contatto in nero con il proprio animo.
"si strappino i lembi delle ali di pezza, per recare danno all'orizzonte lontano, che infame di luce nascosta agli occhi, percorre sul nostro dolore il suo ciclo perpetuo. si accasci muta la bocca ecclesiastica essiccata nei rovi e negli spioncini ammuffiti, ritorni ai nostri piedi la voglia di andare, andare oltre i nostri stessi occhi, per raggiungere quello che solo il cuore può davvero vedere, quello che nessuna mano osa toccare...e allora si strappino pure i lembi di queste ali carbonizzate..."

Vale ha detto...

sei troppo severo
con te stesso

Anonimo ha detto...

mah! chissà che le "punizioni divine" non avvengano per volersi sostituire a Lui.Ciao.Alice

Anonimo ha detto...

madre de Dios!
da quanto ti sei messo il cilicio?!non ti si può leggere ultimamente!smettila di cazziarti!

la prima pietra ha detto...

un tempo lontano, il Maestro era seduto assorto nelle sue meditazioni. il sole lanciava i suoi ultimi raggi sulla terra..il Maestro era assorto nelle sue meditazioni quotidiane. pochi discepoli vegliavano su di lui da lontano in attesa di un suo nuovo insegnamento. quando da lontano una folla scalmanata irruppe nella quiete pomeridiana. il Maestro alzò lo sguardo e fissò la folla inferocita. spinta ai suoi piedi vi era una donna accusata di adulterio, lacerata dalle mani della folla pronta a lapidarla. il Maestro tracciava simboli cabalistici in terra quando fu interrogato in merito alla questione...allora mentre il sole sembrava immobile in attesa il Maestro volse il suo sguardo irato alla folla e disse: "chiunque sia senza peccato scagli la sua pietra" e mentre tutti schiacciati dal peso dei loro stessi peccati tremavano innanzi la saggezza del Maestro da dietro la folla un sasso colpì la donna accusata. il Maestro di alzò adirato per scorgere colui che aveva osato tanto ma scorta la figura della donna in piedi con le mani sporche di terra disse "ah mà! e ti ho detto che quando sto a lavorà nun ce devi venì qua..."