lunedì 8 marzo 2010

Frapposizioni numeriche.

C’era una volta un tre.  Fermo nel quadrante da tanto tempo parlava spesso con il due e con il quattro. Ma un giorno sporgendosi notò il nove. Era lì, che ogni tanto gli lanciava un’occhiata mentre parlava con l’undici. Il dieci stava in mezzo e si scostava di tanto in tanto lasciando spazio al nove e all’undici di ammirarsi. Al tre venne spontaneo farsi riconoscere per quello che era, ma così lontano dovette per forza fingere di essere un dieci. E fu così che si frappose tra i due. Passarono i giorni e l’undici si avvicinava sempre di più al tre(dieci) nel quadrante per poter rimettere le cose così come stavano prima. Il nove non sapeva più se sporgersi o se guardare davanti e allora vide la lancetta del quadrante avvicinarsi sempre più.  Il tempo stringeva così come il  nove sentiva stringersi in gola.
Il nove restò senza fiato e cercava maledettamente una soluzione. E fu così che il dieci(tre) si scostò leggermente e si accorse che poi era bello essere tre e che le frapposizioni numeriche non andavano sempre a buon fine poichè l’identità di un numero è insito nella sua correlazione con i vicini. Il due e il quattro soffrivano della sua mancanza e lo chiamarono a gran voce, ma il tre non si mosse. Di quel nove se ne stava innamorando o almeno così credeva, ma intanto lo sentiva. Forte.

8 commenti:

brì ha detto...

l'importante è che non sia bionda...
:)

Anonimo ha detto...

sei grande! Ginevra

Vale ha detto...

ovvero
i numeri primi non sono così soli e s'avvicinano ai multipli...
stai sabotando un best seller!
me ne compiaccio!

un numero a caso ha detto...

"non c'era poi tanta confusione. i soliti volti a birra e chiacchiere. qualche gonna corta e due nuove spalle di fuori città. pure quello che avevo nel mio bicchiere mini era sempre lo stesso. eppure, non riuscivo più a stare seduto a quel dannato angolo di sempre. possibile che mentre stavo lì, rintanato in quel buco di merda, il mio ruggito di cuore stava ballando dall'altra parte della città, sulle tracce di lei? sarei dovuto rientrare. prima della pioggia che qui quando cade fa male alla pelle e alle ossa. è una pioggia dura davvero. dovevo andare, ma dove? a casa o all'altro lato della città? lei aveva in tasca già due cuori. dovevo strapparli via e innestare il mio? per finire dove poi, tra le cinque o le sei dell'alba a sgaiattolare via prima che rientrasse il numero fisso! come avesse sposato quell'uomo non era un mistero. i soldi in banca non sono mai un mistero. sono solo numeri. solo?"

Anonimo ha detto...

...oltre che paroliere, artista, "illusionista", disperso, "menestrello di favole"...ora sei diventato anche un "amatore di numeri"?
...che brutta razza i numeri...nella loro perfezione e schematicità ti tradiscono...perchè dietro ad ogni simbolo trovi un senso preciso e che non è possibile interpretarlo...
...che brutta razza quelli che li studiano...sono così matti...che brutta razza i matematici...sono così pieni di sè e delle loro assurde convinzioni che i teoremi e le "frapposizioni frazionarie" possano spiegare l'inspiegabile...
Ad Alice e Alice stessa nel Wonderland affermava con assoluta sicurezza: "Sei un matto...devi esserne fiero di ciò...perchè tutti i geni sono matti"...
...ora non è che ti sei fortuitamente affacciato allo strano mondo della precisione matematica...diventi anche tu un matto...trasformandoti poi in un genio?

by..."unapercaso".

Disperso ha detto...

@brì: le bionde sono tinte.

@ginevra: grazie.

@Vale: mi piace sabotare

@anonimo: un bel brano. Di chi è? Peccato che non ti arriverà la
notifica via mail.

@unapercaso: sempre pieni di informazioni preziose i tuoi commenti. Era da un pò che non ti si vedeva da queste parti.

un numero a caso ha detto...

strano davvero, ti mando un pezzo di John Fante e non lo meriti di commento...ti invio un mio pezzo sui numeri e ti esprimi...in positivo anche, sei il solito: originale e singolare davvero...

Disperso ha detto...

@anonimochesochisei: mi sono sempre piaciuti i tuoi "pezzi".
Buongiorno.