- Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire di qui?
- Dipende soprattutto da dove vuoi andare - disse il Gatto.
- Non m'importa molto... - disse Alice.
- Allora non importa che strada prendi - disse il Gatto.
- ..purchè arrivi in qualche posto - aggiunse Alice a mò di spiegazione.
- Ah, per questo stai pure tranquilla- disse il Gatto, - basta che non ti fermi prima. -
Alice trovò la risposta ineccepibile, e pertanto arrischiò un'altra domanda:
- Che tipo di gente abita da queste parti? -
- In quella direzione - disse il Gatto agitando la zampa destra, - abita un Cappellaio; e in quella - agitamdo l'altra zampa - abita una Lepre Marzolina.
Puoi andare a trovare l'uno o l'altra, tanto sono matti tutti e due.-
- Ma io non voglio andare fra i matti - osservò Alice.
- Bè, non hai altra scelta - disse il Gatto. - Qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta. -
- Come lo sai che sono matta? - disse Alice.
- Per forza - disse il Gatto, - altrimenti non saresti venuta qui. -
mercoledì 10 marzo 2010
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8 commenti:
Non ho mai amato in modo particolare la sigorina Alice, proprio perché da sempre mi sembrava matta, e questa malattia da una bambina mi spaventava. Comunque, sono curiosa di vedere il film, soprattutto per sentire l'effetto miracoloso 3D, già quando l'Avatar non ho visto.
Chi opera magia non può essere che matto così rispose Alice al gatto scegliendo d'essere matta un poco si e e un poco per burla arrivando sin qui.
Che importa, poi, se è matta?
Uno è matto perchè lo decide qualcuno.
@selene: forse ci andrò (stasera), forse no.
@anonimo: sei andato/a un pò troppo avanti.
@vale: "ho scelto di fare il matto perchè il posto da rabino era già occupato." (cit. da Train de vie)
...e infatti l'anonimo/a Alice al gatto rispose.Ho troppo camminato e ora son stanco/a
"sarebbero venuti ad aprire. calcolai il solito giro di facce e divise scure con quelli del turno in divisa bianca. era l'ora della pillola magica. nel settore tredici c'erano i più fortunati, si fa per dire. quelli che davano di matto e di botte. avrebbero avuto una bella sorpresa. avrebbero aperto i serragli e ta-dà, non c'ero più. ero in fuga. da matto a fuggitivo, un bel passaggio di qualità senza dubbio. dovevo indossare abiti da fuggitivo, fare quelle espressioni serie da agente FBI, e non fidarmi di nessuno. questo è quello che impari subito quando vieni internato da matto. non fidarti mai. specialmente se l'infermiera che ti bombazza di narcotici si chiama Alice e si finge matta per aprire il tuo cuore ed entrare nel tuo fantastico regno! ma questa è una storia vecchia, scritta in un manicomio ormai abbandonato e decadente. come la saggezza che ora indossa i panni della follia. quel che conta è che sono fuori. ora sono libero. ho persino trovato due amici che mi aiuteranno...avranno cura di me, che nomi strani, ma si sa nel giro di strada ognuno ha il suo soprannome: il gatto e la volpe..."
Chi ha giuste intuizioni in mezzo a cervelli confusi si trova come uno che abbia un orologio che funziona in una città dove tutti i campanili hanno orologi che vanno male. Lui solo conosce l'ora esatta, ma a che gli giova? Tutti si regolano secondo gli orologi della città che indicano l'ora sbagliata, persino chi è al corrente che solo il suo orologio segna l'ora giusta.
Arthur Schopenhauer
@antimo: mi fa piacere che di tanto in tanto passi da me.
E' la stessa storia del re che beve l'acqua avvelenata del pozzo per diventare matto come tutti i suoi sudditi, che avevano già bevuto l'acqua, e volevano ammazzarlo perchè lo credevano matto.
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