Tocca il caldo afoso di Agosto, se ne bagna a piene mani. La sabbia scotta ma lo rigenera di un umido sonno. Esteban si sveglia sulla spiaggia vestito così come si era addormentato. I bagnanti non fanno caso a lui. Discutono di stelle cadenti e di conti che non tornano. Un pallone ruota tra le sue gambe, rosso con righe gialle. Gli tira un calcio lanciandolo a mare. Esteban avrebbe voluto lanciare se stesso in mare, per andare lontano, il più lontano possibile, per portare il suo animo in un posto sicuro, dove gli occhi di chi ama non invocano pietà.
Non ti vedo da tempo
E non ne sento la mancanza
Combatto contro il caldo
Mi tiene occupato – e la mente non vola
Volava a grandi ali su territori sconosciuti
Amava di una donna di cui ha scordato il nome
Chiara? Era questo il tuo nome?
Ne amo un’altra ma ne conservo il nome, e il volto e i suoi baci
Scosto la sabbia, rugiada mattutina
Ho riperso Esteban, rapito da demoni sconosciuti
Rimetto la benda e ritrovo i miei mondi
sabato 17 ottobre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Ciao!
Su face non ci sono mai stata, credo che sia molto pericoloso...da quello che mi raccontano...
msn lo uso sempre meno da quando ho una mail come si deve, ovvero gmail...
per il resto, sei arrivato nel mio blog perchè io sono arrivata da te e passo spesso a leggere le tue cronache sfocate.
MADO'!
@Vale: cronache sfocate: mi piace!!!
Posta un commento