lunedì 14 settembre 2009

metamorfosi

Metamorfosi per il ritorno alla normalità, gli occhi son bassi per far passare tutto inosservato. Gli entusiasmi ridiventano piatti in attesa di altri sobbalzi, di altre speciali occasioni prese in saldi. E' tutto occupato adesso, bisogna aspettare la buona stagione, ci sta sempre un buon usato da rottamare. E magari la vita che sfuggivi ti risulta accettabile, cambiando il tabaccaio, sedendoti su un'altra sedia, non facendo sempre lo stesso percorso vedi altro ed altro osserva te nello scorrere dei giorni che ti portano fin qui. Sei sicuro di ciò che sei? Attento a scegliere la giusta etichetta, pena l'esclusione dalla società. Puoi cambiare colore, taglia, sorriso. Ma a letto, quando anche il campanile dorme, non puoi mentire e ti riconosceranno prima o poi, poichè chi sei solo tu non lo sai. Solo tu lo sfuggi, ma a conti fatti vieni pesato ogni gioro ed ogni giorno vieni trovato mancante.

La sposa ha rimesso le scarpe, la zia Lucia le aveva conservate gelosamente aspettando il giorno per tirarle fuori. Cos'è stato? Perchè si ritorna sempre indietro? Cos'ha il "ritorno" di così eccitante da permetterci di rinnegare ciò che ci dava aria. Eppure in quei giorni mi sembrava contenta di aver rinnegato tutto, mentre la zia si disperava e il padre la scomunicava. Sei pazza le dicevano. "Ma io voglio essere pazza! Io sono pazza." Ora lo è ancora di più, ha preso le chiavi e chiuso la porta. Pacco celere, destinazione sconosciuta e senza biglietto di ringraziamento. Tanto le lacrime non sono mica le nostre? Le si prendono in prestito, si sta male solo per abbeverarsi di lacrime altrui, le nostre sono preziose, meglio un leasing.
Sarà bella nel suo abito bianco, lo so, così come lo era mentre da lontano si avvicinava a me. Aveva ancora il velo, lo conservo io. Ne dovrà comprare uno nuovo, così fingerà di volerlo davvero, di entusiasmarsi ancora fino a che l'altro busserà alla sua porta. Ci sarà sempre qualcuno a cui arriveranno le chiavi.

L'altro mondo possibile e l'ho visto, e stavolta gli occhi erano i miei.
C'era il silenzio diverso dal solito, il silenzio di chi sta zitto perchè solo così lo puoi ascoltare. Non è un pregiudicato, non è un latitante che si nasconde lasciando moglie e figli a casa ad aspettarlo. E' lui che aspetta, aspetta te per farti sentire i tuoi passi, i tuoi respiri, mentre i pensieri prendono forma e lo immagini prorpio lì il tuo mondo possibile e tu sei seduto nella tua creazione, paragonandoti a Dio con un sorriso che non è amaro ma incantevole come le colline che osservi. Sconfinate. Dove la terra ha un odore e la puoi toccare con le mani, mani nere ma pur sempre pulite, come l'animo che se ne va in lontananza.

Il Paradiso stavolta davvero mi può attendere, io fermo un pò qui.


1 commenti:

Anonimo ha detto...

Metamorfosi da larva di kafka o del cavallo?...Domenico