giovedì 8 gennaio 2009

Innocenti distrazioni

Ricomincio ad essere distratto, dimenticare gli appuntamenti, anche quelli importanti. Lascio oggetti in giro per casa per poi non ritrovarli quando urge il loro quotidiano utilizzo. Come per il cellulare, fino a poco tempo fa compagno fedele, sempre carico, sempre con credito, sempre acceso. Ora se mi capita davanti gli do uno sguardo e leggo di qualche telefonata, sms. Poco importa. Esistono altri modi per contattarmi, magari con i rintocchi dell'orologio del campanile della chiesa qui accanto. Sta proprio qua, basta guardare fuori e lo si vede. Eccolo (cit.)

Per me la "distrazione" è molto importante, è sintomo di immediato cambiamento, sintomo che qualche cosa mi frulla per la testa giusto in questi giorni che cercavo di ritrovare un pò di creatività.
Devo mettere su un foglio bianco alcune cose prima che questo diventi giallo. Il miglior modo è non pensarci, non attendere e non cercarlo. I sintomi comincio già ad avvertirli e so che qualcosa succederà, qualcosa sta succedendo, qualcosa sta prendendo la mia mente. Senza dargli un nome o un volto, i pensieri si lasciano liberi, ritornano sempre, e durante il cammino si snelliscono, a volte, altre volte si arricchiscono e comunque non tornano mai identici a come erano partiti.
Me ne stanno ritornando diversi, li faccio entrare sorridendo loro. Ce n'è uno che sta ancora in viaggio, arriverà prima o poi, e chissà come.

E' la prima volta che in un post rispondo ad un commento, per giunta anonimo. Mi danno fastidio i commenti anonimi, preferirei anche una virgola come nome.
Il commento diceva: "in cammino... (sconfitto)".
Ma anche al tappeto, il pugile, dopo che il giudice ha contato fino a 10, semmai riuscisse ad aprire gli occhi, avrà la forza per rialzarsi e potrà scegliere se combattere ancora oppure no. Ma avrà scelto lui e quindi non è mai un perdente, non è mai sconfitto.
Sconfitto è colui che imprigionato, nasconde a se stesso la chiave delle proprie catene.

Un passo avanti. Santiago di Compostela è ancora lontana, ma ci arriverò.

(il pugile)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

sempre avanti, senza affanni, una passeggiata di vita, magari non proprio di salute ma di vita sì.
la distrazione è l'effetto do qualche bagliore. o di una luce, che proprio non puoi fare a meno di starla a guardare.
ti lascio un saluto, Gitti

Antonella ha detto...

Santiago di Compostela...
Da anni programmo quel pellegrinaggio. Una volta avevo lo zaino fatto e pesato e in mano un biglietto aereo per la spagna. poi la febbre: il mio corpo aveva troppa paura di farlo da sola.
un giorno ci arriverò anch'io, in fondo siamo tutti compagni di viaggio...

Disperso ha detto...

@gitti: è un bagliore che viene da lontano, semmai...

@antonella: si parte a fine agosto, facci un pensiero

Anonimo ha detto...

Il paziente, affetto da una sindrome di distrazione acuta, necessita di cure immediate! Unico ospedale attrezzato per la malattia in questione si trova nei pressi di un mesto teatro del nord. L'elisoccorso si sta preparando per l'intervento: farsi trovare pronti!

(Frida, L'infermiera)

Anonimo ha detto...

Distrarsi a volte significa non aver voglia di pensare,
andare oltre...
saltare,
arginare,
deviare..

"Quando il viandante cammina nella cosmica ragnatela di strade che tutto e tutti avvolge in perfetti meccanismi di coincidenze significative, la sua vista può essere chiara oppure offuscata dalla nebbia ed il suo Sentiero può essere diversamente piacevole ed utile.

A volte capita che tale Sentiero si incroci con quello di un altro viandante, ed allora accade che i due possano fare un tratto di strada insieme. Soprattutto in queste occasioni si può imparare quanto poco sia importante la meta prefissata e quanto sia invece fondamentale la qualità del percorso che si sta facendo.

E’ tale qualità che fa la differenza nella vita che ognuno si sceglie.

Mi piace chiamare “Aurei” quei Sentieri che uniscono le persone consapevoli di percorrerli. Tutti gli altri sono semplici cammini, che in ogni caso conducono ciascuno verso la propria individuale direzione, ma che non permettono alla coscienza di “uscire” dalla ragnatela di strade e di osservarla oggettivamente.
Chi ha la possibilità di riconoscere il Sentiero Aureo mentre lo percorre, e la fortuna di farlo insieme ad un compagno di viaggio, deve essere grato per questo, e proteggere, e sacralizzare i passi comuni compiuti.

Se ciò avviene fisicamente, il riconoscimento è più facile, ma questa non è l'unica modalità, perché i Sentieri sono extradimensionali o pluridimensionali, come si preferisce.

E così, mentre tutto ciò che è Materia è destinato a finire, il cammino continuo di ogni Eterno Viandante, di ognuno di noi, procede su un sentiero sconosciuto."

Antonella ha detto...

Antimo, molto belle queste parole. Di chi sono?

Anonimo ha detto...

ciao antonella
da "il viandante e il matto"
teorie molto interessanti
:)