Converso con le mie mani. Inoperose nell'attesa del risveglio dell'animo.
Hanno atteso a lungo nel continuo divenire di giorni incerti, chiedendomi il da farsi.
Mani tremule di preghiere errate, di carezze desiderate. E accarezzavano i miei occhi,
che da lontano celavano pensieri vagabondi.
Sottoforma di miscugli alchemici e di saluti negati, venivano a chiedermi di sconosciuti miraggi. Intermezzi dimenticati nei lunghi viaggi ma portati alla luce da ingenue domande.
Quante volte ho ripetuto quella frase? Quante volte ho cercato di non ricordare il tuo nome e quanto mi costerà conoscerlo ancora?
Non ho prezzi da pagare, posso solo barattare quei giorni tristi con minuti di felicità.
E se conto fino a sessantacinque, ti troverò ancora?
martedì 23 febbraio 2010
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5 commenti:
sessantacinque secondi? sessantacinque anni? sessantacinque mesi?
la seconda?
inizia...e perchè no!
uno due tre quattro...
buona fortuna...
tanto il mondo è rotondo, dove vuoi che si vada...
sempre lo stesso giro di anime...
lo stesso giro-girone...
basta che ci sia numero...
Anche i fanti di cuore si ribellano alla perdita di tempo...
un'altra volta ci rendiamo conto che l'età non è così importante.. tutto si può fare..
Ci hai provato a contare dino a 65? Che è successo. Un'amica di-spersa per un po'. ;)
@per tutti: mi piace contare piano...
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