venerdì 29 gennaio 2010

Inverso viaggiare

(il numero 7)

Era al mercato e ripensava ancora a quel rigore sbagliato durante l'ultima partita. Non era il rigore della vita, ma quando si sbaglia brucia sempre.
Tanta gente, essendo ancora nuovo, nessuno lo riconosceva. Destinato a non incontrare spesso volti conosciuti, nel suo peregrinare per le squadre lontano dalla sua città. Sempre più lontano, per dimenticarsi di sè. Per dimenticar(si) di lei.

Aveva ancora fissa nella mente l'immagine degli spalti semivuoti per una partita dal poco significato, di poco conto. Eppure lui era lì, il suo ex allenatore lo stava osservando, gli leggeva i movimenti, lo guardò negli occhi!
Perchè tutto ciò? Provava ancora rancore per quella sostituzione, l'aveva colto di sorpresa, eppure segnali ce ne erano stati, ma a volte si fa finta di non capire, distratti magari dalla troppa pienezza di sè stessi.

Tornò a casa e rovistò tra la roba vecchia, in cerca di un affetto da consumare velocemente nel freddo dell'inverno. Ritrovò ancora lui, nelle parole di un biglietto d'auguri.
Un telegramma nel quale il suo ex allenatore si congratulava per la convocazione in nazionale. A leggerle sembravano parole sincere, affettuose, di chi davvero ti vuole bene ma preferì non credere a quel sentimento. Preferì credere che avesse preso un abbaglio, che si fosse sbagliato a scrivere quelle parole piuttosto di pensare che il tutto sia finito in quel modo.
Se ne liberò, semplicemente rispedendolo al mittente. Non voleva più provare odio nè rancore. Semmai al prossimo incontro avrebbero parlato di calcio o di poker.

3 commenti:

Vale ha detto...

O dell'ultima sigaretta

riccardo uccheddu ha detto...

Un rigore sbagliato è una delle cose peggiori che possano capitare.. secondo me.
Ma è una questione di nervi, credo, più che di tecnica.
Nella vita ci sono tanti rigori che sbagliamo, accidentaccio!
A me capita spesso.
E devo avere molte questioni di nervi.
Complimenti per l'essenzialità dello stile. E' difficile averla, quandi spalra di calcio. Anche quando magari il calcio è una metafora della vita.
Ciao.

Disperso ha detto...

@vale: se ne vale la pena, anche qualcosa in più

@riccardo: un rigore è una sfida a due.