sabato 26 dicembre 2009

Sugli spalti

(Il numero 7)

Rigore. L'arbitro ha decretato il calcio di rigore, sarà l'ultima occasione per passare in vantaggio, poi ci sarà solo la fine. E' la prima partita del numero 7 nella sua nuova squadra, e che partita. Ha giocato benissimo, padrone del campo e concentrato fino alla fine, voleva impressionare il suo nuovo pubblico e ci è riusciuto, e così ha fatto con il suo nuovo allenatore, che già lo aveva avuto in squadra in passato, a volte ritornano.

Posiziona la palla agli undici metri, il pubblico è in silenzio, questa vittoria serve più che mai. Uno sguardo al pallone, un altro al portiere. Si gira verso gli spalti così come ha sempre fatto ad ogni rigore, fin da bambino. Ha sempre cercato suo padre tra il pubblico, suo padre che mai ha assistito ad una sua partita. Anche oggi lo fa, lo cerca tra la gente entusiasta ed anche oggi suo padre rinuncia ad essere tale.
Ma invece del padre scopre la sagoma del suo vecchio allenatore, che dopo mesi si rifà vivo assistendo ad una sua partita, proprio ora che aveva ritrovato una squadra, proprio ora che aveva liberato la sua mente. Il numero sette non se ne capacita, è turbato oramai, incrocia lo sguardo del suo ex allenatore e sembra andargli dritto al cuore. Un tonfo e le gambe diventano molli, un tonfo al cuore e il respiro si ferma. Ma si deve battere il rigore, bisogna segnare, bisogna farsi amare dal nuovo (vecchio) allenatore.

Eccolo pronto alla battuta, il numero sette attende solo il fischio dell'arbitro... parte la rincorsa.. tiro... palo!!! Palo!!! La palla colpisce il palo e termina sul fondo con il portiere spiazzato. Che peccato. Potevano vincere la partita e invece si tratta di una occasione mancata (l'ennesima).

Sotto la doccia il numero sette è affranto, ha bisogno di un pensiero felice per scacciare l'immagine del suo ex allenatore su quegli spalti. Eppure era stato sostituito a dovere. Perchè era lì? Non se ne capacita e allora ripensa a lei, a quando tornò di sera distrutto da un allenamento, entrò in cucina ed accese la tv. Sullo schermo dal  rosso intenso, un titolo: "In the mood for love". Al telefono una voce, lo voce di lei che cantava. Zittì la tv e mentre guardava quelle immagini ascoltò la sua voce. Immagini e parole sembravano unirsi nella voglia di ri-cercarsi. Di vedersi per la prima volta.

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