lunedì 30 novembre 2009

Camera con vista

- cosa stai guardando?
- la Jugoslavia
- ma non si vede da qua, vedi solo mare!
- io me la immagino. A scuola la professoressa diceva che era la polveriera d'Europa. Infatti poi è scoppiato un gran bel casino lì. In pochi anni tutto è cambiato, tutto è ritornato com'era prima, o quasi, prima di Tito.
-  hai sempre avuto una gran memoria tu, riesci a ricordare particolari di anni fa. Come quella volta a Pesaro, sei riuscito a trovare la stessa pensione di 23 anni prima, di notte e senza più l'insegna. Pensione Alba, ricordi? Io guidavo e tu con gli occhi chiusi mi facevi da navigatore. Mi hai un pò spaventato, per un attimo, guardandoti, ti ho rivisto bambino. E poi Alfredo. Ma come facevi a sapere che ero io?
- Sensazioni. Appena ho letto il nome ho pensato a te.
- "Amami Alfredo", ma pensa te.
- Dopo l'opera non facevi altro che cantare quel brano. Ecco perchè ho subito pensato a te
- Vogliamo andare a Parigi tra due settimane?
- Gli innamorati tristi vanno a Parigi
-Ah si? E dove vorresti andare?
- Lisbona, giusto per un caffè
- Ed ora perchè non ritorni a letto a baciarmi ancora?
- ma quanti baci vuoi?
- tutti quelli perduti. Di-spersi.
- e tu, me la canti ancora?
- si

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Io son Domenico e non Alfredo,però mi ricordo come la cantavamo bene insieme quell'aria.Eravamo sbronzi ma sicuri del posto.Ciao Francesco.

Vale ha detto...

Gli innamorati tristi non vanno da nessuna parte.
Ti pare?
Mai stata a Paris

Natalie ha detto...

Non potevo non lasciare un commento.
Si, la Jugoslavia e' la polveriera d'Europa. ADESSO. Non 20 anni fa, tantomeno durante la presidenza di Tito. E'stato il capitalismo un po' impaurito della possibile riuscita del socialismo a insegnarvi a scuola. Perche' in una polveriera non si vive bene, si soffre, si e' esposti a una politica internazionale incomprensibile che porta via migliaia di giovinezze senza prospettive, rinchiuse nei loro nuovi paesi. Come ADESSO.

Anonimo ha detto...

Si potrebbero scrivere tanti racconti, uno per ogni camera della pensione Alba. Uno per ogni di-sperso che ha alloggiato in quelle stanze. E alla fine ne potrebbe pure venir fuori un romanzo. Ma... chissà che tipo di romanzo?

Buona giornata
michele

Disperso ha detto...

@domenico: era da tempo che non ti si vedeva da queste parti. Ancora una volta tu sai chi sono, ed io non ricordo. Pseudonimo? Ma comunque, buongiorno a te.

@vale: forse i tristi innamorati restano sul divano, a far finta di guardarsi un film mentre le loro menti stanno altrove, però li ho immaginati a parigi, tristemente a parigi

@Selene: magari la prof. intendeva dire che la Jugoslavia era "stretta" tra il capitalismo occidentale e il socialismo sovietico, e che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa. Infatti così è stato. Il giudizio lo daremo poi alla storia. Ma tu sei di quelle parti? :-)

@Michele: sei stato uno dei primi visitatori di questo blog, e ancora ogni tanto sei qui. Quante storie di lenzuola bianche si potrebbero raccontare. Pensione ALba. Ci penserò.
Buonagiornata a te.

Squilibrato ha detto...

"La conto ogni volta che vuoi. Non mi stuferei di contartela. Mi fermerei solo al tuo dormire o sotto esplicita richiesta."

Disperso ha detto...

@squilibrato: te la cOnti e te la suoni :-)

riccardo uccheddu ha detto...

Fondamentalmente (e nonostante errori anche gravi) sulla Jugoslavia la penso come Selene.
Tuttavia, condivido anche la tua risposta al suo commento, risposta che non non si pone in effetti in un rapporto di contraddizione. Comunque, l'idea dell'autogestione non era male.
Altri hanno voluto che quell'insieme di nazionalità si sfasciasse: se non erro, in "Roulette russa" di Giulietto Chiesa si parla di una sorta di "corridoio" (oleodotti, affari ecc.) che doveva attraversare appunto l'ora ex-Jugoslavia... corridoio che poteva passare solo per una Jugoslavia distrutta...
Venendo più al post: mi piace perchè va in molte direzioni.
Può suggerire l'idea di un ricordo (la pensione Alba), di un narrazione fatta ad una donna dopo un incontro d'amore, o anche quella di un una riflessione da te fatta in solitudine.
O in solitudine con una donna, magari.
Ciao.

Disperso ha detto...

Caspita, non ho mai parlato di politica su questo blog e al minimo accenno.... . Era una frase detta a dei ragazzi di scuola media 20 anni fa, circa.

@riccardo: tutte le tue ipotesi sono valide :-)

Natalie ha detto...

Mi scuso di averti imbrattato il blog con la politica e di aver coinvolto anche Riccardo. Non era la mia intenzione. :)

Disperso ha detto...

@Selene: non è imbrattamento. Anzi! Mi fa piacere "aprire" discussioni, anche se involontariamente.

'notte

Anonimo ha detto...

@di-sperso: ...e credo di trovarmi ora più in sintonia con l'idea di questo tuo blog di quanto non lo fossi al momento del nostro incontro. E' un passo avanti. Verso cosa, io non so. Ma è una strada, certo, ricca di meraviglie.