sabato 24 gennaio 2009

togliere il disturbo


Era seduto sul letto, guardava la tv silezionsa davanti a lui, muta ma con immagini chiare e distinte.

Cercava di immaginarne il dialogo, tra due persone, cercava di immaginarsi che cosa potessero mai dirsi due persone così distanti tra loro. Ce n'era una che parlava, sembrava in tono sommesso, mentre l'altra ascoltava, ma si vedeva bene che la mente era altrove. Un cenno di tanto in tanto, piccole pause come ad aspettare che cominciasse a parlare l'altra persona. Ma niente. Si vedeva solo una bocca muoversi e Stefano su quel letto stava oramai immaginandosi un monologo.
Sembrava un addio tra due persone, ma era strano, si chiedeva se era giusto che tra due persone solo una riuscisse a dire addio, mentre l'altra se ne stava in silenzio. Eppure la persona che parlava cercava un contatto, cercava di capire, comprendere ciò che l'animo rifugge alla mente.
Alquanto difficile per Stefano, più volte ci aveva provato ma quel muro di gomma lo faceva rimbalzare sempre più lontano. Cominciava a distrarsi, a non guardare più la tv, oramai era monotono quel dialogo senza voce, sempre uguale, senza colpi di scena. Frustrante.

Si volta verso le sigarette e si sente un: vaffanculo. La tv parla, si è alzata la voce su quel diagolo muto e inconsistente. Come sia possibile che tante parole si potessero racchiudere in un vaffanculo è ancora un mistero. Ma per Stefano ci stava bene quella parola, proprio in quel punto, quando lo spettatore comincia a perdere il filo del dialogo, comincia a stufarsi ecco che si alza il tono.
VAFFANCULO - VAFFANCULO - VAFFANCULO
Inevitabilmente Stefano si identifica in colui che parla e crede che a volte, quando nulla si può più, quando si è oramai fatto tutto, semza rimpianto alcuno, mandare a fanculo una persona sia la cosa giusta da fare.

E fu così che Stefano, quel giorno, tolse il disturbo.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

te lo sarai meritato quel vanf...