chiudendo la porta, fai piano

Eppure avevo lasciato tutto in ordine, ogni cosa al proprio posto. Al mio arrivo invece, i cassetti, colmi ma ben chiusi, sono stati profanati. Ladri si sono intrufolati tra le mie cose. Scambiando poi tutto, aprendo tutto ciò che c'era da aprire, rovistando e mettendo una cosa al posto dell'altra. Divertente, molto.
Anni di catalogazione svaniti nel nulla. Per terra una foto, vorrei metterla a posto ma non ne ricordo la giusta collocazione. Cerco di aprire un cassetto, faccio fatica, è incastrato.Tiro forte, deciso ad aprirlo.
Vuoto. Un biglietto: /empity. Ne apro un'altro: /empity. Un'altro ancora: /empity
Hanno portato via tutto? Non è possibile. E' solo coincidenza, ho aperto solo gli unici tre cassetti vuoti. E gli altri? Li aprirò tutti, sono deciso.

Seduto, a terra, fumo. Dinnanzi a me altri me. In quanti ne siamo in questa stanza?
E tu, come ti chiami? Non ricordo il tuo viso, e perchè sorridi? Cosa cazzo c'è da sorridere?

A luce spenta solo voci, bisbigli, conversazioni insensate. Una mano mi accarezza la spalla, labbra all'orecchio mi ricordano il mio nome. Io non ho mai dimenticato il mio nome, non serve ricordarmelo:
> ma così ti chiamavo io
< così mi chiamano tutti
> perchè vuoi dimenticarmi? io non ti dimentico
< l'aria è viziata in questa stanza, apri la finestra. Resta lì e respira forte, conosco solo il tuo respiro, solo quello non riesco a dimenticare
> allora sai chi sono, ti ricordi di me
< adesso si, ma ora che sei fuoriuscito da lì ti prego di aprire la porta e quando esci richiudila, ma senza sbatterla, fai piano.